Rendicontazione di Sostenibilità: Nuovi Obblighi e Opportunità per le Imprese nella Transizione ESG
- Riccardo Italiano
- 17 set 2024
- Tempo di lettura: 4 min

Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto legislativo 6 settembre 2024, n. 125, avvenuta il 10 settembre 2024, l’Italia recepisce la direttiva europea Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) 2022/2464/UE. Questo atto normativo, che entrerà in vigore il 25 settembre 2024, introduce l’obbligo di rendicontazione di sostenibilità per un’ampia platea di imprese operanti sul territorio nazionale. Con l’obiettivo di promuovere la trasparenza e la responsabilità delle aziende in ambito ESG (Environmental, Social e Governance).
Cos’è la rendicontazione di sostenibilità?
Ma cosa si intende esattamente per rendicontazione di sostenibilità? Non si tratta semplicemente di un nuovo adempimento burocratico, ma di un vero e proprio cambio di paradigma nella cultura aziendale. La rendicontazione di sostenibilità (detta anche rendicontazione ESG o sustainability reporting) racchiude tutte quelle attività di rendicontazione e reportistica che illustrano l’impegno concreto delle aziende nel perseguire obiettivi ESG.
Attraverso questo processo, le imprese misurano, comunicano e si assumono la responsabilità (accountability) del proprio operato nei confronti degli stakeholder, interni ed esterni. L’obiettivo è fornire un quadro chiaro e trasparente dell’impatto aziendale in ambito sociale e ambientale, evidenziando non solo i progressi compiuti, ma anche le criticità ancora da affrontare nel cammino verso uno sviluppo realmente sostenibile.
La rendicontazione di sostenibilità diventa così uno strumento strategico di dialogo e di costruzione di un rapporto di fiducia con i propri stakeholder, dimostrando come la creazione di valore economico possa e debba andare di pari passo con il benessere sociale e la tutela ambientale. E questo indipendentemente dal tipo di documento effettivamente redatto dall’impresa, si parla infatti di bilancio di sostenibilità anche come strumento di rendicontazione aziendale.

Da quando è obbligatoria la rendicontazione di sostenibilità?
L’entrata in vigore dell’obbligo di rendicontazione di sostenibilità non è univoca, ma segue un calendario scaglionato a partire dal 1° gennaio 2024. La CSRD prevede infatti un approccio graduale per consentire alle aziende di adeguarsi al meglio alle nuove disposizioni.
Dal 1° gennaio 2024: l’obbligo riguarda le imprese già soggette alla Direttiva sulla Rendicontazione Non Finanziaria (NFRD). Nello specifico, si tratta di:
Imprese di grandi dimensioni costituenti enti di interesse pubblico con più di 500 dipendenti.
Società madri di un gruppo di grandi dimensioni, classificate come enti di interesse pubblico, con oltre 500 dipendenti su base consolidata.
Dal 1° gennaio 2025: l’obbligo si estende a tutte le grandi imprese, ovvero quelle che superano almeno due dei seguenti criteri:
Totale dell’attivo: 20 milioni di euro.
Ricavi netti: 40 milioni di euro.
Numero medio di dipendenti: 250.
Dal 1° gennaio 2026: è la volta delle piccole e medie imprese (PMI) quotate, ad eccezione delle microimprese.
Dal 1° gennaio 2028: l’obbligo si applica anche alle società extra-UE con un fatturato annuo superiore a 150 milioni di euro nella UE e che possiedono una sede operativa o una filiale nell’Unione Europea, qualificata come grande impresa o PMI quotata, con un fatturato netto superiore a 40 milioni di euro nell’esercizio precedente.
Quali imprese sono esonerate dagli obblighi di rendicontazione ESG?
Sebbene la CSRD delinei un perimetro di applicazione piuttosto esteso, è bene sottolineare che non tutte le aziende sono tenute a redigere la rendicontazione di sostenibilità. Il decreto prevede infatti alcune esenzioni, in particolare per le imprese che rientrano in una delle seguenti casistiche:
Le grandi imprese e le PMI quotate sono esonerate dall’obbligo di rendicontazione individuale se le informazioni richieste sono già parte integrante della rendicontazione consolidata di sostenibilità redatta dalla società madre, a condizione che quest’ultima rispetti gli standard di rendicontazione adottati dalla Commissione Europea.
Le microimprese, anche se quotate in mercati regolamentati italiani o europei, non sono soggette all’obbligo di rendicontazione di sostenibilità.
Si tratta di eccezioni che mirano a evitare oneri eccessivi per determinate categorie di imprese, pur mantenendo fermo l’obiettivo di promuovere la cultura della sostenibilità nel tessuto imprenditoriale italiano.
Come pubblicare la rendicontazione di sostenibilità
Una volta redatta la rendicontazione ESG, in conformità con le disposizioni del decreto legislativo, le aziende devono renderla pubblica e facilmente accessibile a tutti gli stakeholder. La pubblicazione deve avvenire entro i termini e con le modalità previste dagli articoli 2429 e 2435 del codice civile.
Il canale privilegiato per la diffusione della rendicontazione di sostenibilità è il sito internet aziendale. In questa sezione dedicata, le imprese devono pubblicare sia la rendicontazione individuale che quella consolidata, se prevista, insieme alla relazione di attestazione della conformità. Nel caso in cui un’azienda non disponga di un proprio sito web, è tenuta a fornire copia cartacea della documentazione a chiunque ne faccia richiesta.
Rendicontazione individuale di sostenibilità e rendicontazione consolidata di sostenibilità: quali sono le differenze?
Il decreto legislativo che recepisce la CSRD introduce due tipologie di rendicontazione di sostenibilità: individuale e consolidata. Entrambe le relazioni si prefiggono di fornire un quadro completo e trasparente dell’impegno aziendale in ambito ESG, ma si rivolgono a destinatari diversi e presentano alcune peculiarità.
La rendicontazione individuale di sostenibilità è un documento che illustra le performance ESG di una singola entità legale, focalizzandosi sulle strategie, gli obiettivi, le modalità di attuazione e i risultati ottenuti a livello di singola azienda. Questo documento è rivolto principalmente a stakeholder come dipendenti, fornitori, clienti e comunità locale, interessati a conoscere l’impatto diretto dell’azienda sul proprio contesto di riferimento.
La rendicontazione consolidata di sostenibilità, invece, fornisce una panoramica complessiva delle performance ESG di un gruppo di imprese controllate da un’unica società madre. In questo caso, l’obiettivo è fornire una visione d’insieme dell’impegno del gruppo in materia di sostenibilità, considerando le interconnessioni e le sinergie tra le diverse realtà aziendali. La rendicontazione consolidata è rivolta principalmente a investitori, analisti finanziari e istituzioni, che necessitano di una valutazione complessiva dell’impegno del gruppo in ottica ESG.
Il supporto di Italiano & Partners
L’introduzione dell’obbligo di rendicontazione di sostenibilità rappresenta una tappa fondamentale nel percorso verso un’economia più equa, inclusiva e rispettosa dell’ambiente. Le imprese sono chiamate ad assumere un ruolo da protagoniste in questa transizione epocale, non solo adeguandosi ai nuovi obblighi normativi, ma cogliendo appieno le opportunità che un approccio aziendale realmente sostenibile può offrire.
Italiano & Partners, è al fianco delle imprese per accompagnarle in questa nuova sfida, offrendo supporto nella redazione della rendicontazione di sostenibilità e nell’individuazione di opportunità di finanziamento per realizzare i propri progetti di sviluppo sostenibile.
Vuoi maggiori informazioni sulla rendicontazione di sostenibilità e i contributi destinati alle imprese che investono in ESG? Contattaci
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